Il copyleft e Creative Commons

Bel problema il diritto d’autore.
Tremo all’idea di quei grossi tomi che ho dovuto studiare e che… ahimè, sono sempre da riprendere in mano (nelle infinite versioni aggiornate).

Siamo tutti abituati al copyright, ma ci stiamo anche abituando al copyleft (e stringerei la mano a chi si è inventato il nome, un gioco di parole molto carino).

Il copyleft è un modello di gestione della proprietà intellettuale basato su licenze che dicono, tipicamente, che quell’opera di ingegno può essere usata, diffuso e modificata liberamente, purché si rispettino certe condizioni (come la diffusione dell’opera sotto lo stesso tipo di licenza copyleft).

Il copyleft norma i software opensource. Richard Matthew Stallman, l’inventore del software libero, elenca quattro libertà fondamentali, partendo dalla numero zero, come nella numerazione dei software:

– o. libertà d’uso: cosa succede quando uno studente che usa una versione education finisce di studiare, o quando un’azienda da tre dipendenti passa a cinque? Bisognerebbe che potesse continuare ad usare il suo sw come prima, no?
– 1. libertà allo studio: come si possono migliorare le soluzioni implementate? Se c’è un codice sorgente, ci si può lavorare sopra
– 2. libertà di distribuzione per aiutare se stessi e gli altri e ciò genera il senso di comunità.
– 3. libertà di modifica: ci sono programmi che hanno funzioni non necessarie oppure non hanno funzioni che potrebbero servire. Lavorando sul codice sorgente si può sistemare quel che serve per avere ciò che si necessita.

Uno esempio di copyleft è Creative Commons (CC), un’organizzazione non profit creata da Lawrence Lessig, uno dei massimi esperti statunitensi di diritto d’autore e ordinario della facoltà di giurisprudenza di Stanford.

Sostanzialmente CC definisce quali sono i diritti riservati, quindi ribalta la posizione: non tutti i diritti sono riservati, solo alcuni. Così, chiunque desideri condividere le proprie opere in maniera ampia, potrebbe farlo restando comunque tutelato (scegliendo la più adatta fra le 6 licenze disponibili).

Sono tantissimi i professionisti che pubblicano le proprie opere online sotto licenza Creative Commons. E’ efficace e comodo, non bisogna registrarsi da nessuna parte, si fa in un attimo. Sul sito è tutto spiegato per bene.

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